Dueinmoto: il blog del mototurista!

Benvenuti!
Lo scopo di questo blog nasce dalla voglia di far conoscere chi come noi vive la passione per le due ruote e per i giri; non sempre chilometricamente lunghi ma sicuramente sempre circondati da paesagi piacevoli e prettamente "mototuristici".

Spero di riuscire ad aggiornarlo spesso, sono accetti consigli e soprattutto spero di poter dare a questo blog una funzione importantissima: conoscersi e far conoscere chi nel sangue ha la passione per le due ruote, indipendentemente se scooter o moto.

Navigando per il blog troverete itinerari a breve e a lungo raggio, suddivisi per regione e in costante sviluppo, una sezione tecnica, link a previsioni meteo e info sul mondo a due ruote.

Per il momento buona lettura a tutti e, per dirla in gergo "UN DOPPIO LAMP" !!!

giovedì 26 aprile 2012

Scaldare il motore: mito o realtà?

Molte volte ho avuto modo di affrontare questo argomento e ho trovato fondalmentalemente due realta' opposte sulla necessità di scaldare il motore.

Vediamo di fare chiarezza per riuscire ad avere un'idea di cio' che e' bene fare quando si sale su una moto con motore freddo (magari dopo una notte di parcheggio o dopo una lunga sosta).

Per venire a capo di questo "dilemma" utilizzerò le classiche domande che mi sono sentito porre con la speranza di far finalmente luce su un agomento cosi' interessante e soprattutto fondamentale per la longevità e le prestazioni del motore.

A che serve scaldare il motore?

Portare il motore all'ottimale temperatura di esercizio è fondamentale al fine di non compromettere il corretto funzionamento, la durata del motore stesso e ad uniformare la temperatura ai vari componenti; ogni motore e' studiato per avere un range di temperatura di esercizio specifica variabile dal tipo di motore e dal tipo di utilizzo per cui e' stato progettato.

Durante questa fase, infatti, ci sono differenze di temperatura notevoli fra i vari organi e fra le varie parti dello stesso organo.

Ad esempio il cielo del pistone si scalda immediatamente subendo una dilatazione maggiore rispetto a quella che subisce il cilindro. Tale differenza aumenta man mano che si scende verso il monoblocco.

Ciò comporta una deformazione sia del cilindro che del pistone riducendone la tolleranza e lasciando una possibilità di maggiore attrito in determinati punti; far girare troppo il motore in una situazione come quella esposta potrebbe creare attriti tali da danneggiarli o avere conseguenza ben peggiori.

Possiamo quindi dedurre che l'operazione di riscaldamento deve essere graduale ma allo stesso tempo più veloce possibile; questo per far raggiungere nel minor tempo possibile l'equilibrio tra i vari componenti.

Da quanto appena detto, possiamo dedurre che scaldare la moto al minimo non e' certo il modo piu' corretto (cosa che accade spessissimo).

Che differenze ci sono tra un motore freddo e uno caldo?

Quando un motore e' freddo le tolleranze di accoppiamento dei vari componenti meccanici non sono quelle ottimali per cui il motore e' stato progettato: il lubrificante potrebbe non aver raggiunto alcuni organi meccanici poichè la viscosità dell'olio è differente (minore) rispetto a quella di un olio in temperatura; la distribuzione delle temperature nei vari componenti non è omogenea e per finire la carburazione non è quella ottimale.

L'insieme di queste condizioni possono farci intuire il rischio nel caso un motore venisse "tirato" da freddo.

Il riscaldamento del motore varia in funzione alla durata della sosta?

Quando il motore è fermo da parecchio tempo ( in particolar modo se le soste si protraggono per giorni), gli organi meccanici sono sprovvisti di quella pellicola protettiva che serve a garantire un minore attrito tra i vari componenti, leggermente meglio và a chi utilizza la moto quotidianamente che potrà invece contare su una piccola lubrificazione residua.

Già questa definizione ci fà capire che l'operazione di riscaldamento sarà direttamente piu' meticolosa in base al tempo "di fermo" della moto.

E allora qual'e' il modo migliore per non danneggiare il "cuore" della nostra "amata"?

La risposta e' piu' semplice di quanto si creda:

La moto, una volta acceso il motore và lasciata qualche secondo al minimo (di solito il tempo di infilarsi il casco e i guanti); quando la corretta risposta del motore all'accelleratore è iniziata possiamo partire; la partenza consentirà al motore di erogare più potenza, di conseguenza il motore si scalderà più velocemente.

Ora...ho detto PARTIRE non CORRERE!

Dobbiamo difatti essere in grado di parzializzare l'uso dell'accelleratore evitando di superare 1/4 dei giri complessivi del motore evitanto di tirare le marce e cercando di utilizzare le marce più lunghe fino a che non si avrà la certezza che il motore sia veramente "in temperatura" .

La temperatura esterna influisce sulla durata del riscaldamento?

Certo! L'operazione di riscaldamento è proporzionale alla temperatura esterna e se così fatta, può durare alcuni minuti.

Il tempo necessario varia in base alla temperatura quindi più sarà rigida più i tempi saranno lunghi.

Ultimo accorgimento: la temperatura dell'acqua che si puo' leggere sullo strumento non corrisponde a quella dell'olio (che sarà molto più bassa), di conseguenza attendete ancora un pò prima di dar sfogo a tutti i cavalli della vostra "amata"....ve ne sarà riconoscente per mooooolto tempo! ;)

Nessun commento:

Posta un commento

Cerca nel blog...e guarda i risultati a inizio pagina!